giovedì 6 dicembre 2012

Tropico 4

El Presidente è di nuovo tra noi Gli affezionati di lunga data alla serie Tropico ricorderanno sicuramente la nascita di questo marchio, risalente a ormai dieci anni fa grazie al lavoro svolto da PopTop Software. Lo stesso team di sviluppo si occupò del primo sequel, anche se sotto un nome diverso dopo l'acquisizione dello studio effettuata da parte di Take-Two, che si assicurò così anche i diritti per pubblicare la serie. Tutto ciò per arrivare poi fino al 2009 e a un nuovo publisher, Kalypso Media, con il quale Tropico 3 fu affidato alle mani di Haemimont Games, team di sviluppo con base in Bulgaria. Chiamati a lavorare anche a Tropico 4, i ragazzi di Sofia hanno avuto così modo di offrire alla serie il primo momento per godere di una continuità vera e propria tra un episodio e l'altro, nonostante il conto dei capitoli sia arrivato nel frattempo a quattro. Dopo questa breve premessa sulle origini di Tropico, rispondiamo a quanti si staranno a questo punto chiedendo di cosa si tratti in termini pratici: immaginate di essere su un altrettanto immaginaria isola caraibica (anche se è evidente il richiamo a Cuba); in questo meraviglioso paradiso terrestre il comando è affidato a El Presidente, impegnato a mandare avanti economia, società e politica della cosiddetta Repubblica delle Banane esistente sul luogo, facendo ovviamente leva sul potere garantitogli dalla sua carica totalitaria. Tutto questo tra corruzione, ideologie di ogni tipo e necessità di soddisfare a dovere il proprio popolo, dandogli modo di essere felice senza essere costretto a subire la forza armata del dittatore e dei ribelli. 

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Quando ci si ritrova a parlare di un sequel, spesso si finisce per dividere la propria attenzione tra il paragone con il capitolo precedente della serie e le considerazioni sul gioco in sé, andando così a beneficio di giocatori vecchi e nuovi della serie. Nel caso di Tropico 4, un'operazione del genere non è solo una consuetudine ma diventa praticamente un obbligo, visto e considerato che chi è già in possesso di Tropico 3 troverà tutto sommato poche differenze ad aspettarlo, prevalentemente di contorno a un gameplay che è rimasto uguale nella sostanza. Rispetto al gioco del 2008, le novità introdotte da Haemimont Games in Tropico 4 sono infatti marginali: ci sono diverse nuove costruzioni d'accordo, ma tutte fini a sé stesse, nel senso che non vanno ad ampliare nessun elemento di gioco già visto in Tropico 3. Lo stesso si può dire per gli elementi già esistenti in passato ma leggermente variati, come il palazzo dei ministri dove è adesso necessario assumere al proprio servizio individualmente i propri collaboratori per interni, esteri, educazione, difesa e sanità: se sarebbe lecito aspettarsi possibili stravolgimenti, tutto questo si traduce solo in qualche piccola differenza rispetto al sistema di editti già conosciuto, senza che questo venga quindi ampliato in alcuna direzione. Ed è un vero peccato, perché a conti fatti sarebbe bastato poco per fare di Tropico 4 anche una succulenta preda per gli amanti del suo predecessore.